Zitti Zitti

Zitti Zitti

“Zitti zitti” è uno spettacolo tenero, ironico, divertente ed emozionante che arriva dritto al cuore di grandi e piccini, è un sguardo poetico su alcuni momenti dell’esistenza umana. Non è una storia in senso stretto, ma tante storie che s’intersecano tra loro, si alternano, si rincorrono facendo sognare e commuovere. I personaggi di “Zitti zitti” (dove è facile riconoscersi e riconoscere gli altri) hanno diverse età, sono eterogenei e bizzarri e si ritrovano a vivere momenti di vita a volte concreti e quotidiani, altre volte surreali e grotteschi.
In “Zitti zitti” non ci sono parole, i personaggi utilizzano maschere quasi larvali, senza la bocca, ma il loro linguaggio, è tra i più comunicativi: è quello dell’espressività del corpo, dell’azione, della danza e della clownerie che intrecciandosi tra loro rendono in perfetto equilibrio i vari stati d’animo umani.
La musica che accompagna tutte le scene di “Zitti zitti” è indispensabile commento delle varie fasi narrative, è griglia parallela e consonante; essa fa da sostegno all’azione e a volte l’indirizza col suo evocare varie atmosfere (tenebrose, incalzanti, cullanti, evocative, romantiche, inquietanti).

Sinossi
Un creatore, un po’ goffo ed eccentrico, in un giorno di noia mortale crea l’uomo. E dopo qualche tentativo mal riuscito (ops!) gli mette accanto una donna, e che donna…
Uniti in matrimonio l’uomo e la donna vivono felici e contenti… e si moltiplicano; dalla prima genìa salta fuori un’umanità genuina e naif: bimbi, mamme, operai, vecchietti, ragazzi,: tutti quanti a vivere la routine della vita con i suoi bellissimi imprevisti tra notti insonni, capricci tra le corsie di un supermercato, ragazzi travolti da tecnologie spersonalizzanti, gente comune che si trova in situazioni paradossali e ridicole, alle prese con esigenze primordiali o amori mai sopiti. I personaggi vivono storie in bilico tra la realtà e il fantastico, il concreto e l’astratto, il reale e l’irreale e acquistano significato non tanto nel momento estetico, nel gioco dell’attività gestuale delle gags, quanto in quello degli emblemi e delle allegorie.
E anche quando arriva il momento di abbandonare la vita è con naturalezza, ironia e dolcezza che avviene, come nel ciclo naturale delle cose, e nello stesso istante in un’altra parte del mondo sta nascendo un’altra vita, la fine non è che l’inizio, la morte fa parte della vita stessa.

Tematiche – elementi di discussione: le varie situazioni dello spettacolo trattano temi diversi dell’esistenza umana come i rapporti interpersonali tra i giovani (caratterizzati da una comunicazione mediata dal mezzo tecnologico), l’infanzia, la vecchiaia, il gioco, la paura, il consumismo, l’amore, ma anche la morte e la nascita.

Le tecniche: teatro d’attore, maschere, espressività psicofisica, clownerie.

Fascia d’età: Adatto al pubblico adulto, per bambini dai 6 anni in su.

Esigenze tecniche: Spazio scenico 8×6 mt, carico luci 10 Kw.

 

 

Regia: Valeria Pilia
Con:
Manuela Sanna, Roberta Locci, Manuela Ragusa, Valeria Pilia
Maschere e Costumi: Teatro Actores Alidos
Luci: George
Assistenza tecnica: Giorgio Sitzia, Matteo Curreli
Selezione Musicale: Roberta Locci
Foto di scena: Maurizio Beretta
Amministrazione: Stella Leone
Organizzazione: Silke Spiga